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Se le vignette che sto creando vi sono piaciute lasciate un commento, saro' piu' incentivato a farne delle nuove se invece vi fanno cagare.... lasciate comunque un commento, tanto la puzza non passa dal pc...

lunedì 25 aprile 2011

25 aprile nero - Storie di fascismo e resistenza nell'Italia di ieri e di oggi

Il fascismo non e' nato in un solo giorno, ci sono state tappe preparatorie, che ne hanno favorito la sua ascesa, chi non le riconosce o pur riconoscendole non lotta contro di esse facilita la vittoria del fascismo e ne e' complice.

I manifesti apparsi a Roma in questi giorni, non sono una bravata gogliardica, persone che fino a poco tempo fa si muovevano nell'ombra ora si sentono legittimati, escono allo scoperto.
La presentazione del ddl costituzionale per abolire la norma transitoria della Carta che vieta la ricostituzione del Partito nazionale fascista firmato da Cristiano De Eccher, Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bonacin, Achille Totaro e Egidio Digilio (Fli che successivamente ha ritirato la propria firma dalla proposta a seguito di un colloquio con il coordinatore del partito Italo Bocchino), non e' una proposta senza senso, persegue un determinato disegno politico.
Remigio Ceroni che ha presentato la proposta di legge per modificare l'articolo 1 della Costituzione per rafforzare la centralita' del Parlamento, commenta cosi' la sua iniziativa: “Spesso ci troviamo, dopo aver approvato una legge, con il presidente della Repubblica che non la controfirma. Dobbiamo ripristinare gerarchia ed equilibrio dei poteri, in assenza del quale, si deve riportare l’ordine“. Di che ordine sta parlando il Ceroni???

Uno dei punti su cui fece forza Mussolini, fu quello del contrasto delle organizzazioni sindacali, non stiamo assistendo in questo periodo ad un tentativo di smantellamento del sistema dei diritti dei lavoratori?
Non si può sottovalutare, nell’avvento del fascismo, la debolezza delle forze politiche popolari (partito socialista, partito popolare, partito comunista), divise da profondi contrasti e incapaci di costruire una maggioranza di governo, alternativa a quella liberale, e di dare stabilità alle istituzioni parlamentari. Questa frase che commenta lo scenario politico di quei tempi non vi ricorda la situazione delle opposizioni odierne?
Secondo il fascismo, l’essenza della politica consiste nel riconoscere e afferrare le esigenze dell’ora. Non tanto i programmi sono importanti, quanto invece è importante la sottomissione incondizionata ad un capo. Il presenzialismo e la politica dell'attivismo nell'emergenza continua (L'Aquila, Napoli, Lampedusa), vi dicono qualcosa? La sottomissione incondizionata al capo, non e' cio' a cui stiamo assistendo da vent'anni a questa parte?
Il mito della nazione e dell'antico impero romano non vi fanno ricordare le velleita' celtiche della nazione padana inneggiate dai leghisti?
Per conseguire la fascistizzazione della societa' Mussolini utilizzo' la propaganda di massa, attraverso il controllo dei mezzi di comunicazione... Nel 1937 il Ministero della cultura popolare assunse il controllo dell’editoria, della stampa, della radio e della televisione. L’EIAR (Ente radiofonico di Stato) diffondeva programmi nelle scuole, negli uffici, nei dopolavoro e nelle sedi del partito. L’Istituto Luce produceva i cinegiornali proiettati prima di ogni film. Vi servono dei commenti per attivare una riflessione?



Purtroppo la maggior parte delle persone non riesce a vedere pochi centimetri oltre il proprio naso, orde di zombies adoranti intonano in coro "Meno male che Silvio c'e'", nostalgici fascisti vecchi e nuovi invadono pagine dei social network antifascisti o antiberlusconiani, augurando la morte ai comunisti, altro fantasma che il summo manipolatore e' riuscito a resuscitare nel'immaginario di una certa collettivita' in barba ad ogni relta' sociopolitica odierna.

Cosa vi serve ancora per svegliarvi da questo torpore? Quali ulteriori ignominie dovranno essere realizzate perche' rimettiate i piedi per terra?
Ormai non c'e' piu' tempo per le disquisizioni, a partire da oggi 25 aprile, giorno in cui si festaggia la Liberazione dell'Italia dal giogo fascista, ogni "Indifferente" sara' un mio nemico.

Voglio ricordare il 25 aprile con le lettere che alcuni partigiani hanno scritto poche ore prima della loro fucilazione, leggete gli ultimi messaggi di persone che hanno immolato la loro vita in nome di quegli ideali che oggi con la vostra ignavia permettete che siano calpestati nuovamente...

Giordano Cavestro (Mirko)

Di anni 18 - studente di scuola media - nato a Parma il 30 novembre 1925 -. Nel 1940 dà vita, di sua iniziativa, ad un bollettino antifascista attorno al quale si mobilitano numerosi militanti - dopo l'8 settembre 1943 lo stesso nucleo diventa centro organizzativo e propulsore delle prime attività partigiane nella zona di Parma -. Catturato il 7 aprile 1944 a Montagnana (Parma), nel corso di un rastrellamento operato da tedeschi e fascisti - tradotto nelle carceri di Parma -.Processato il 14 aprile 1944 dal Tribunale Militare di Parma - condannato a morte, quindi graziato condizionalmente e trattenuto come ostaggio -. Fucilato il 4 maggio 1944 nei pressi di Bardi (Parma), in rappresaglia all'uccisione di quattro militi, con Raimondo Pelinghelli, Vito Salmi, Nello Venturini ed Erasmo Venusti.

Parma, 4-5-1944

Cari compagni, ora tocca a noi.                                                              

Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia.                        

Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.                    

Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.                          

Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.                

La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.      

Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.



Irma Marchiani (Anty)

Di anni 33 - casalinga - nata a Firenze il 6 febbraio 1911 -. Nei primi mesi del 1944 è informatrice e staffetta di gruppi partigiani formatisi sull'Appennino modenese - nella primavera dello stesso anno entra a far parte del Battaglione " Matteotti ", Brigata " Roveda ", Divisione "Modena" - partecipa ai combattimenti di Montefiorino - catturata mentre tenta di far ricoverare in ospedale un partigiano ferito, è seviziata, tradotta nel campo di concentramento di Corticelli (Bologna), condannata a morte, poi alla deportazione in Germania - riesce a fuggire - rientra nella sua formazione di cui è nominata commissario, poi vice-comandante - infermiera, propagandista e combattente, è fra i protagonisti di numerose azioni nel Modenese, fra cui quelle di Monte Penna, Bertoceli e Benedello -. L'11 novembre 1944, mentre con la formazione ridotta senza munizioni tenta di attraversare le linee, è catturata, con la staffetta "Balilla", da pattuglia tedesca in perlustrazione e condotta a Rocca Cometa, poi a Pavullo nel Frignano (Modena) -. Processata il 26 novembre I944, a Pavullo, da ufficiali tedeschi del Comando di Bologna -. Fucilata alle ore 17 dello stesso 26 novembre 1944, da plotone tedesco, nei pressi delle carceri di Pavullo, con Renzo Costi, Domenico Guidani e Gaetano Ruggeri "Balilla") -. Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Sestola, da la "Casa del Tiglio", 1° agosto 1944

Carissimo Piero, mio adorato fratello, la decisione che oggi prendo, ma da tempo cullata, mi detta che io debba scriverti queste righe. Sono certa mi comprenderai perché tu sai benissimo di che volontà io sono, faccio, cioè seguo il mio pensiero, l'ideale che pur un giorno nostro nonno ha sentito, faccio già parte di una Formazione, e ti dirò che il mio comandante ha molta stima e fiducia in me. Spero di essere utile, spero di non deludere i miei superiori. Non ti meraviglia questa mia decisione, vero?                      
Sono certa sarebbe pure la tua, se troppe cose non ti assillassero. Bene, basta uno della famiglia e questa sono io. Quando un giorno ricevetti la risposta a una lettera di Pally che l'invitavo qui, fra l'altro mi rispose "che diritto ho io di sottrarmi al pericolo comune?" t vero, ma io non stavo qui per star calma, ma perché questo paesino piace al mio spirito, al mio cuore. Ora però tutto è triste, gli avvenimenti in corso coprono anche le cose più belle di un velo triste. Nel mio cuore si è fatta l'idea (purtroppo non da troppi sentita) che tutti più o meno è doveroso dare il suo contributo. Questo richiamo è così forte che lo sento tanto profondamente, che dopo aver messo a posto tutte le mie cose parto contenta. "Hai nello sguardo qualcosa che mi dice che saprai comandare", mi ha detto il comandante, "la tua mente dà il massimo affidamento; donne non mi sarei mai sognato di assumere, ma tu sì". Eppure mi aveva veduto solo due volte.            
Saprò fare il mio dovere, se Iddio mi lascierà il dono della vita sarò felice, se diversamente non piangere e non piangete per me.                            
Ti chiedo una cosa sola: non pensarmi come una sorellina cattiva. Sono una creatura d'azione, il mio spirito ha bisogno di spaziare, ma sono tutti ideali alti e belli. Tu sai benissimo, caro fratello, certo sotto la mia espressione calma, quieta forse, si cela un'anima desiderosa di raggiungere qualche cosa, l'immobilità non è fatta per me, se i lunghi anni trascorsi mi immobilizzarono il fisico, ma la volontà non si è mai assopita. Dio ha voluto che fossi più che mai pronta oggi. Pensami, caro Piero, e benedicimi. Ora vi so tutti in pericolo e del resto è un po' dappertutto. Dunque ti saluto e ti bacio tanta tanto e ti abbraccio forte.

Tua sorella  Paggetto

Ringrazia e saluta Gina.


Prigione di Pavullo, 26.11.1944

Mia adorata Pally, sono gli ultimi istanti della mia vita. Pally adorata ti dico a te saluta e bacia tutti quelli che mi
ricorderanno. Credimi non ho mai fatto nessuna cosa che potesse offendere il nostro nome. Ho sentito il richiamo della Patria per la quale ho combattuto, ora sono qui... fra poco non sarò più, muoio sicura di aver fatto quanto mi era possibile affinché la libertà trionfasse.

Baci e baci dal tuo e vostro Paggetto

Vorrei essere seppellita a Sestola.


Bruno Parmesan (Venezia)

Di anni 19 - meccanico tornitore - nato a Venezia il 14 aprile 1925 -. Partigiano nel Battaglione "Val Meduna", 4^ Brigata, I Divisione delle Formazioni Osoppo-Friuli -. Catturato nel gennaio 1945 a Meduno (Udine), in seguito a delazione, per opera di militi delle Brigate Nere -. Processato il 2 febbraio 1945 dal Tribunale Militare Territoriale tedesco di Udine -.Fucilato alle ore 6 dell'11 febbraio 1945, contro il muro di cinta del cimitero di Udine, con Gesuino Manca ed altri ventidue partigiani.

Udine, 10 febbraio 1945

Caro Papà e tutti miei cari di famiglia e parenti,                                      
dalla soglia della morte vi scrivo queste mie ultime parole. Il mondo e l'intera umanità mi è stata avversa. Dio mi vuole con sé.                      

Oggi 10 febbraio, il tribunale militare tedesco mi condanna. Strappa le mie carni che tu mi avevi fatto dono, perché hanno sete di sangue.            

Muoio contento perché lassù in cielo rivedrò la mia adorata mamma. Sento che mi chiama, mi vuole vicino come una volta, per consolarmi della mia dura sorte. Non piangete per me, siate forti, ricevete con serenità queste mie parole, come io sentii la mia sentenza.                                          

Ore mi separano dalla morte, ma non ho paura perché non ho fatto del male a nessuno; la mia coscienza è tranquilla.        

                              
Papà, fratelli e parenti tutti, siate orgogliosi del vostro Bruno che muore innocente per la sua terra.                  

                                          
Vedo le mie care sorelline Ida ed Edda che leggono queste ultime mie parole: le vedo così belle come le vidi l'ultima volta, col loro dolce sorriso. Forse qualche lacrima righerà il loro volto. Dà loro coraggio, tu Guido, che sei il più vecchio.

Quando finirà questa maledetta guerra che tanti lutti ha portato in tutto il mondo, se le possibilità ve lo permetteranno fate che la mia salma riposi accanto a quella della mia cara mamma.

Guido abbi cura della famiglia, questo è il mio ultimo desiderio che ti chiedo sul punto di morte. Auguri a voi tutti miei cari fratelli, un buon destino e molta felicità. Perdonatemi tutti del male che ho fatto. Vi lascio mandandovi i miei più cari baci.

Il vostro per sempre

Bruno


Giancarlo Puecher Passavalli

Di anni 20 - dottore in legge - nato a Milano il 23 agosto 1923 -. Subito dopo l'8 settembre 1943 diventa l'organizzatore ed il capo dei gruppi partigiani che si vanno formando nella zona di Erba-Pontelambro (Como) - svolge numerose azioni, fra cui rilevante quella al Crotto Rosa di Erba, per il ricupero di materiale militare e di quadrupedi -. Catturato il 12 novembre 1943 a Erba, da militi delle locali Brigate Nere - tradotto nelle carceri San Donnino in Como - più volte torturato -.Processato il 21 dicembre 1943 dal Tribunale Speciale Militare di Erba -. Fucilato lo stesso 21 dicembre 1943, al cimitero nuovo di Erba, da militi delle Brigate Nere -. Medaglia d'Oro al Valor Militare -. E' figlio di Giorgio Puecher Passavalli, deportato al campo di Mauthausen ed ivi deceduto.

Muoio per la mia Patria. Ho sempre fatto il mio dovere di cittadino e di soldato: Spero che il mio esempio serva ai miei fratelli e compagni. Iddio mi ha voluto... Accetto con rassegnazione il suo volere.                          
Non piangetemi, ma ricordatemi a coloro che mi vollero bene e mi stimarono. Viva l'Italia.  Raggiungo con cristiana rassegnazione la mia mamma che santamente mi educò e mi protesse per i vent'anni della mia vita.
L'amavo troppo la mia Patria; non la tradite, e voi tutti giovani d'Italia seguite la mia via e avrete il compenso della vostra lotta ardua nel ricostruire una nuova unità nazionale.  Perdono a coloro che mi giustiziano perché non sanno quello che fanno e non sanno che l'uccidersi tra fratelli non produrrà mai la concordia.        
A te Papà l'imperituro grazie per ciò che sempre mi permettesti di fare e mi concedesti.
Gino e Gianni siano degni continuatori delle gesta eroiche della nostra famiglia e non si sgomentino di fronte alla mia perdita. I martiri convalidano la fede in una Idea. Ho sempre creduto in Dio e perciò accetto la Sua volontà.
Baci a tutti.

Giancarlo

Fonte: http://www.storiaxxisecolo.it/documenti/documenti7.html

1 commento:

  1. Fantastico post....lo prendo in prestito citando la fonte ovviamente e mettendo il link, ma vorrei condividerlo e diffonderlo...Ottimo davvero...

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