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domenica 13 marzo 2011

Fini si fa' sempre piu' fine


Il termine fine, puo' avere vari significati ma nel caso del presidente della Camera, Gianfranco Fini escludiamo quello di elegante, non perche' non lo sia, anzi e' sempre impeccabile, ma non e' su questo aspetto che voglio attrarre la vostra
attenzione.
In questo momento sono piu' interessato ai significati quali esile, fragile, filiforme, se si affinera' ancora un poco rischiera' di sparire.
Devo dire la verita' mi era piaciuto quel personaggio che dopo anni di torpore e sudditanza, ergeva finalmente fieramente la testa ed incominciava a contraddire il suo compare padrone. Si appellava alla laicita' dello Stato, faceva aperture nei
riguardi dei diritti GLBT incominciando un controcanto che l'avrebbe  portato alla traumatica rottura con Berlusconi.
Ti veniva di tifare per lui, piccolo Davide contro Golia, concubina che rivendica diritto di parola ed e' scacciata dal sultano.
Avevo gradito, con una punta di amarezza, gli sprezzanti attacchi, a diaspora avvenuta contro il potere mediatico infangante della Premiata Ditta Liberticida (la punta di amarezza derivava dall'effetto "scoperta dell'acqua calda", ma come ci hai dormito insieme tutti questi anni e te ne sei accorto solo adesso? Ha un che di strumentale...).
Ma dovendo scegliere tra i due avrei tifato ancora per Fini.
L'evento che ha fatto da grande spartiacque e' stato il voto di sfiducia del 14 dicembre, in quel momento, purtroppo si sono definite le sorti sia di Fli che dei prossimi anni di vita democratica del Paese, se ancora democratica vogliamo chiamarla.
Nel grande bordello a cielo aperto in cui Berlusconi e' riuscito a trasformare l'Italia, con acquisti "last minute", il Caligola moderno e' riuscito a scamparla per il rotto della cuffia, condannando il futuro della Nazione ed il futuro di Futuro e liberta' ad una corsa catastrofica verso il Medio Evo.
Da quel punto comicia il declino di Gianfranco e francamente non potrebbe essere stato altrimenti.
Prima la formazione del terzo polo, con un Pierferdinando Casini un poco snob che guarda Fini dall'alto verso il basso, poi la continua emorragia di fedeli che, folgorati sulla via di Damasco si rendono conto aver maggior fede per il dio denaro, per ritrovarci alle scene patetiche di oggi, dove il cagnolino fuggito di casa seguendo l'irresistibile desiderio di liberta' e subito investito da un camion, ritorna mugugnande affamato ed ammaccato verso la casa del padrone a quella sicura cattivita' dove gli sara' solo chiesto di scodinzolare ogni tanto, sedersi, fare il morto e correre a prendere la palla.
A casa non cie' ancora arrivato, ma ha gia' cominciato a scodinzolare nell'approssimarsi: «È giusto sedersi al tavolo, con diffidenza ma senza pregiudizi, e discutere di questa riforma della giustizia, il cui testo non è ad personam e quando Berlusconi lo dice, dice una cosa vera, anche se bisogna capire meglio lo spirito di questa riforma». Bau bau.
Fine.

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